La natura materiale è formata da tre influenze: virtù, passione e ignoranza. O Arjuna dalle potenti braccia, quando l’essere vivente entra in contatto con la natura materiale subisce il condizionamento di queste tre influenze.
O Arjuna senza peccato, l’influenza della virtù, che è più pura delle altre, illumina l’essere e lo libera dalle conseguenze di tutte le sue colpe. Chi subisce il suo influsso è condizionato da un senso di felicità e di conoscenza.
L’influenza della passione nasce da desideri illimitati e ardenti, o figlio di Kunti. Essa lega l’anima incarnata all’azione materiale e ai suoi frutti.
O discendente di Bharata, sappi che l’influenza delle tenebre, nata dall’ignoranza, è causa d’illusione per tutti gli esseri incarnati. La pazzia, l’indolenza e il sonno, che legano l’anima condizionata, sono il risultato di questa influenza.
O discendente di Bharata, la virtù condiziona l’uomo alla felicità, la passione lo condiziona ai frutti dell’azione, e l’ignoranza, coprendo la conoscenza, lo vincola alla pazzia.
Talvolta l’influenza della virtù prevale e sconfigge l’influenza della passione e dell’ignoranza. Talvolta è l’influenza della passione a sconfiggere virtù e ignoranza, e altre volte l’ignoranza sconfigge virtù e passione. Così, o discendente di Bharata, questa lotta per il sopravvento non ha mai fine.
Quando tutte le porte del corpo umano sono illuminate dalla conoscenza, si possono sperimentare gli effetti della virtù.
O capo dei Bharata, quando vi è un incremento della passione, si sviluppano i sintomi di un grande attaccamento, si moltiplicano le attività interessate e gli sforzi intensi, i desideri incontrollabili e le aspirazioni ardenti.
Quando l’ignoranza cresce, o figlio di Kuru, si manifestano le tenebre, l’ozio, la pazzia e l’illusione.
L’azione compiuta in virtù, l’azione pia, porta alla purificazione, quella compiuta in passione porta alla sofferenza, mentre l’azione compiuta in ignoranza porta alla stupidità.
Quando l’essere incarnato è in grado di superare queste tre influenze che accompagnano il corpo, si libera dalla nascita, dalla morte, dalla vecchiaia e dalle sofferenze che ne derivano e può gustare il nettare in questa vita stessa.
O figlio di Pandu, chi non prova avversione per l’illuminazione, l’attaccamento e l’illusione, né prova desiderio per queste cose in loro assenza; chi non vacilla né si lascia turbare da tutte queste reazioni causate dalle influenze materiali, ma resta neutrale e trascendentale sapendo che sono soltanto queste influenze ad agire; chi si situa nel sé e guarda con equanimità il piacere e la sofferenza; chi considera dello stesso valore la zolla di terra, la pietra e l’oro, chi è equanime verso ciò che è desiderabile e ciò che non lo è, chi è stabile, equilibrato di fronte all’elogio e al rimprovero, di fronte all’onore e al disonore, chi tratta con imparzialità l’amico e il nemico, e ha rinunciato a ogni attività materiale — di questa persona si può affermare che ha trasceso le influenze della natura materiale.
Bhavagad-gita, Cap. 14 (estratti)